11/08/2023
Cos'è il film "Barbie"?
Una celebrazione di come le bambole Barbie possono suggerire alle bambine una moltitudine di modelli emancipati a cui aspirare? Sì
Una rappresentazione di come Barbie sia un modello inarrivabile destinato a minare l’autostima femminile e a perpetuare stereotipi patriarcali? Sì
Una paternale di femminismo militante destinata a quegli spettatori maschi che ancora sono ancorati a modelli machisti o alle donne che volessero supinamente accettarli? Anche.
Una sagace denuncia di come Barbie sia la quintessenza del modello consumistico, dell’oggettificazione sessuale e degli stereotipi di genere? Certamente anche questo.
Ma non solo.
Barbie infatti non è tanto un film su Barbie, quanto sull'eterna dinamica maschio-femmina, sul conflitto tra aspettative e realtà, sull’importanza della giustizia sociale, sulla necessità del superamento del mero maschilismo e femminismo.
Secondo me, però, c'è ancora altro.
La "Barbie stereotipo" del film entra in crisi nel momento in cui il suo mondo rosa e perfetto è incrinato da improvvisi pensieri di morte.
Nello sviluppo del bambino pensare, e successivamente capire, il concetto di morte segna l’inizio della fine dell’infanzia. La fine di quella innocenza che contraddistingue la fanciullezza, con il pensiero magico dove tutto può succedere. Non è quindi un caso che sia proprio l’idea della morte ad incrinare il mondo perfetto di Barbie e a costringerla ad intraprendere un viaggio nel mondo reale, un viaggio verso la scoperta di sé. Del vero sé.
E nel mondo reale Barbie vede una realtà molto lontana da quella che è abituata a vivere a Barbie Land: è costretta ad aprire gli occhi e scopre la caducità delle cose, la brutalità della sofferenza, l'inesorabile impermanenza, l'ovvia interdipendenza tra tutti gli esseri, a partire dal legame che la connette alla bambina che sta giocando con lei.
Vi ricorda qualcosa? Forse ho la vista un po' tarata dai miei recenti studi, ma io ci vedo la base degli insegnamenti buddhisti. E in quest'ottica Barbie che scopre il modo reale è la metafora di chi diventa consapevole della potenza del prestare attenzione al qui e ora. Non solo perché del doman non v'è certezza, ma perché in questo mondo siamo tutti di passaggio, tutto cambia e non si può arrestare il cambiamento. Se rimaniamo ancorati a questi attaccamenti non facciamo che prolungare la nostra sofferenza.
E oggi, giorno di dolore per la perdita di quella splendida donna illuminata che era Michela Murgia, dovremmo ricordarcelo ancora con più forza.
La frase :"Gli umani ad un certo punto se ne vanno. Le idee restano" che viene detta a Barbie, potrebbe essere stata detta dalla stessa Murgia. In tutta la sua vita, ma ancor di più nella malattia, lei ha incarnato il valore della libertà di espressione, dell'equità e, non per ultimo, dell'accettazione dell'unica cosa certa della vita: nulla è per sempre, tutto cambia e noi, nella nostra impermanenza siamo tutti interconnessi.
Da non perdere!
Trailer https://youtu.be/_rEQ6f28c0U
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