05/05/2023
7 anni fa conobbi un ragazzo online.
"Di dove sei?". "Di Napoli!" mi disse.
Quando lo raccontai alla mia amica commentò "stai attenta, vorrà farti qualche truffa!".
Vado comunque a trovarlo, i suoi amici mi chiamavano "la romana".
"Ah è arrivata la romana.. ah romà senti che bel caffè mica come quello di Roma... guarda che bel mare mica come quello di Ostia... Insigne (ai tempi) è più forte di Totti!"
"Che arroganza!" pensai.
Tipico dei Napoletani... ma non si rendono conto che vengo da Roma!? il Colosseo, i Fori, il Vittoriano ...Roma tutta...e anche se non mi interessa del calcio, ma dai ma come si fa anche solo a farlo un paragone del genere con Totti!
Non capiscono... e invece ero io che non capivo.
Ogni volta che mettevano in competizione un loro babbà con un maritozzo con la panna mi aprivano le porte della loro pasticceria.
Ogni volta che paragonavano Pompei ai Fori, mi aprivano le porte della loro storia.
Ogni volta che mettevano a competizione la loro arte, il loro cinema, la loro satira, i loro paesaggi, le loro tradizioni popolari mi davano le chiavi della loro identità.
Perchè quel babbà più buono del maritozzo "lo devi assaggiare, te lo compro!" . Pompei di notte "ho preso i biglietti, così la vedi e poi mi dici se ha niente da invidiare a Roma!". Quel caffè più buono di quello romano, "vieni a casa mia che te lo faccio assaggiare!".
7 anni dopo l'amica è un ex amica. Quel napoletano estraneo da cui diffidare il compagno per la vita, mi ritrovo dentro casa un cane di nome Ciro, nato a Boscotrecase e agghindato con la sciarpa del Napoli da una settimana sul divano.
Prendo il caffè dalla signora della merceria sotto casa.
Entro al bar e mi salutano "ueeee romana!" che prima mi dava fastidio e adesso noto con dispiacere quelle rare volte in cui non me lo dicono.
Ero io che non capivo, non capivo Napoli!
Il suo orgoglio, le sue sofferenze, la sua identità, la discriminazione che ancora oggi troppo spesso subisce.
Mi importa davvero poco del calcio, ma quando ho visto vicini di casa passarsi gli striscioni da finestra e finestra dimenticandosi di aver litigato poco prima per le briciole sgrullate dalla tovaglia, quando ho visto una città abbracciarsi, piangere insieme a un georgiano avvolto nella sua bandiera, abbracciare gli argentini ai quartieri spagnoli, celebrare Osimhen come un dio greco, ho capito che Napoli è integrazione, sofferenza, orgoglio, identità.
Solo su una cosa non mi convinceranno mai...
Insigne anche se oggi non è più a Napoli non potrà mai essere più forte di Totti!
qui sotto al murales di Maradona, quartieri spagnoli, qualche mese fa. Non capivo dove stava la fotocamera...
Pubble l'imbannabile