16/02/2025
Ecco una ricetta della nonna facile e veloce e di una semplicità unica. il dolce per eccellenza, perfetto per la prima colazione, per la merenda o come fine pasto. Insomma, perfetto sempre e comunque!
Torta di mele renette (per 6/8 persone e una tortiera da 24/26 centimetri di diametro)
Ingredienti:
B***o 100 g
Farina 350 g
Zucchero semolato
150 g
Uova 2
Cannella in polvere 2 cucchiai
Lievito per dolci 1 bustina
Mele renette grandi 3
Succo di 1 limone
Sale 1 pizzico
Latte 1 tazzina (ev,)
Cannella in polvere
Preparazione:
Dopo averle sbucciate, tagliate le mele a fettine sottili, bagnatele col succo del limone, insaporitele con un paio di cucchiai di zucchero, girate bene e lasciare riposare il tutto per una mezz'ora circa.
Passato questo lasso di tempo, fate sciogliere a fiamma bassa il b***o, poi spegnete il gas e fatelo raffreddare.
Preriscaldate il forno a 180° C.
Sbattete 130 g di zucchero con le uova, aggiungete il b***o fuso e ormai freddo e, poco per volta, la farina setacciata, il lievito, un pizzico di sale e cannella in polvere, nel quantitativo che più vi aggrada. Dovete ottenere un impasto liscio ed omogeneo (se dovesse risultare troppo s**o aggiungete una tazzina di latte a temperatura ambiente) al quale aggiungerete i 2/3 delle mele.
Mescolate bene e versate il tutto in una tortiera foderata di carta-forno, livellate bene il composto e mettete sopra le fette di mele avanzate. Spolverizzatele 2 cucchiai di zucchero mescolati a 1 cucchiaino di cannella e infornate.
Dopo 30/35 minuti di cottura, fate la prova stecchino: se la torta è cotta, sfornatela e fatela raffreddare prima di servirla.
Che vino abbinare alla torta di mele renette?
Un passito, bianco, dolce e di corpo, come il Picolit di Accordini: caratterizzato da un colore giallo paglierino carico, ha una gamma olfattiva complessa, che va dai fiori di campo alla mandorla, con note fruttate di pesca e castagno ed un palato strutturato ed elegante, con un bel corpo pieno.
La base alcolica è notevole, grazie alla doIcezza dei chicchi delle uve passite, e questo ne fa un grande vino da meditazione e da dessert.
Sappiamo che il Picolit era conosciuto e apprezzato già nella Roma imperiale.
Apprezzato tra gli altri da Carlo Goldoni, a metà del 1700 fu commercializzato dal conte Fabio Asquini da Fagagna, per cui da Venezia si diffuse in tutta Europa, da Londra a Parigi, da Amsterdam a Mosca, dalla Corte Imperiale di Vienna alla Corte Papale.
Un po' perchè il prezzo aumentò vertiginosamente, come le contraffazioni (anche perchè sui grappoli di questo vitigno, per un difetto di impollinazione, si sviluppano pochi acini) un po' per la filossera, il Picolit ha rischiato di scomparire: oggi la sua coltivazione rimane ancora radicata solo in Friuli, nelle province di Udine e Gorizia.
Una ultima curiosità: sapete da cosa deriva il suo nome? dalle piccole dimensioni dell’acino e del grappolo e dalla scarsità di produzione.
Cosa aspettate ad assaggiarlo? Vi aspetta alla Bottega del vino, in Via Repubblica 49, a Bollate.