L’azienda Speri è considerata, da sempre, una delle realtà più rappresentative della Valpolicella Classica, l’espressione più autentica di un territorio e dei suoi vini. L’occasione per approfondire i vini di questa cantina è stata la Masterclass organizzata dal Gruppo Meregalli il 24 settembre, presso il Cappuccini resort a Cologne (Bs). A capitanare la sessione di lavoro, uno degli attuali capostipiti dell’azienda, Marco Speri e Nicola Frasson, esperto decano di vini del Gambero Rosso.
La Valpolicella è da sempre un territorio vocato alla viticultura. Essa comprende le zone vinicole della Valpolicella Doc, della Valpolicella Valpantena e della Valpolicella Classica.
Ed è proprio nella Valpolicella Classica che si estendono i vigneti dell’azienda Speri, cantina storica che ha mantenuto inalterato nel tempo un mestiere antico, diventando una fedele interprete dei vini del territorio e punto di riferimento della Valpolicella Classica nell’enologia italiana.
Speri produce vino solo ed esclusivamente da vigneti di proprietà e questa caratteristica è già di per se un valore aggiunto rispetto ad altre realtà: la cura quasi morbosa e maniacale di tutte le fasi della lavorazione dà vita a 5 etichette di vini: Valpolicella Classico Doc, Valpolicella Doc Classico Superiore, Valpolicella Ripasso, Amarone della Valpolicella Docg Classico ed il famoso, quasi oggi trascurato, Recioto Docg Classico. Non una gamma numerosa, ma compatta e di altissima qualità, nella quale si possono trovare vini di facile beva fino ad arrivare a vini di altissima potenza e longevità. Meglio poco ma fatto bene, si diceva una volta.
Un riguardo attendo e scrupoloso al disciplinare storico della Valpolicella, con l’impiego di uve Corvina (70%), Rondinella e Molinara, nonostante l’attuale legislazione preveda l’utilizzo di altri vitigni (cabernet, merlot) e l’apertura al mondo Biologico (mission del 2009, in etichetta dal 2015) con la presenza dei solfiti quasi a zero, sono sinonimo di tradizione ed innovazione allo stesso tempo. L’azienda produce ca. 400.000 bottiglie l’anno, l’80% per il mercato estero.
Nella Valpolicella fino a 20 – 25 anni fa si produceva di tutto di più, poi l’avvento dell’Amarone, una bomba nell’enologia italiana che ha trasformato gran parte della produzione locale. Un vino quasi dolce, morbido, rotondo, frutto di appassimento delle uve, che esprime tutta l’eleganza e potenza della sua struttura nel corso degli anni. Ma Speri è sinonimo anche di vini secchi, meno strutturati, retti da una perfetta acidità come il Valpolicella Classico, semplice ma fine.
Ma come si posiziona la Valpolicella con il resto del mondo vinicolo ? Ad esempio come si rapporta con i “colleghi” francesi ? Per rispondere alla domanda iniziamo una degustazione alla cieca delle etichette Speri, divise in tre batterie, con altrettanti vini d’oltralpe in un crescendo qualitativo di prim’ordine, ma in un contesto semplice e intuitivo, perché ricordiamocelo, il vino è condivisione a tutti i livelli di conoscenza.
Un Valpolicella Classico regge bene il confronto con un Pinot Nero base di Borgogna, anzi proprio il primo può essere definito la versione più rustica del secondo.
Mentre un Amarone del 2011 (annata calda) per finezza ed eleganza può competere contro un Hermitage Sizeranne del 2012 di Chapoutier, biodinamico a base Syraz, molto più quotato del nostro connazionale, ma entrambi cedono qlc rispetto ad un Amarone Speri del 1997 !
Alla fine siamo tutti concordi: con il vino si può fare tutto e di più, ma l’attenzione ai particolari, l’amore per la tradizione, la dedizione quotidiana al lavoro e la cura verso il territorio, porta solo ad un altissima qualità del prodotto finale, che può benissimo confrontarsi con altrettante realtà mondiali.