L'Orvietan

L'Orvietan Amaro erboristico l'Orvietan: 25 erbe officinali in un’antica formula segreta per riscrivere una nuova storia da bere.
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A Orvieto il negozio e il laboratorio artigianale nei pressi di Piazza del Duomo. L'Orvietan è un amaro erboristico ottenuto dalla macerazione in soluzione idroalcolica di oltre 25 erbe officinali, il cui nome identifica sia il venditore che il luogo di origine.

Indirizzo

Orvieto

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 20:00
Domenica 09:00 - 20:00

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La storia dell’Orvietan

L'Orvietan è un amaro erboristico ottenuto dalla macerazione in soluzione idroalcolica di oltre 25 erbe officinali, il cui nome identifica sia il venditore che il luogo di origine. Il primo a farsi chiamare “l'Orvietano” è Girolamo Ferranti che il 9 giugno 1603 ottiene dal Comune di Orvieto la prima licenza di vendita sulla pubblica piazza. La fama dell'Orvietan raggiunge tutte le principali piazze d'Europa, conquistando sia il popolo che la nobiltà. La sua diffusione capillare è legata alla figura dei venditori ambulanti di medicine. In particolar modo in Francia dove Cristoforo Contugi, successore di Ferranti ed inventore del simbolo con il sole che userà per incartare la sua medicina e distinguerla dalle numerose imitazioni, nel 1647 ottiene dal Re Sole, Luigi XIV, abituale consumatore, il privilegio esclusivo di vendita che così recita: “Se si prende anche il detto Orvietano nella quantità di un pi***lo la mattina a digiuno dissolto nel vino o nel brodo caldo, oppure in pillola corroborerà il calore naturale aiuterà meravigliosamente la digestione, e eviterà i dolori di stomaco, la difficoltà di respirare, l'alito cattivo, e inoltre impedirà che i vapori salgano al cervello, i quali potrebbero causare distillazioni sul petto”. Il successo dura per circa duecento anni, conoscendo numerose formule più o meno segrete. Dal 1655 “L'Orvietan” viene inserito da Johann Schroder nel trattato sulla farmacopea passando così la mano ai farmacisti che proseguiranno la produzione del famoso elisir. Sono numerosi, infatti, nelle farmacie storiche d'Europa i vasi che recano la scritta “L'Orvietan”. Ne amplifica la fama, anche la letteratura con numerose tracce. Nella prima versione de “I Promessi Sposi” di Manzoni, quando accanto a Lucia c'era ancora Fermo, è Donna Prassede a suggerirne l'uso. Dell'Orvietan parla anche Molière nell'opera “L’Amour Médicin”, lasciando intendere che avrebbe potuto curare anche il “mal d’amore”. Ne fa cenno poi in un racconto Voltaire, in una lettera Leibniz, in due romanzi Scott. E poi ancora Balzac e Chateaubriand. Sarà cosi diffuso che fino alla fine dell'Ottocento, nei vocabolari europei la parola “Orvietano” viene identificata con “famoso antidoto inventato ad Orvieto”. Alla fine dell'ottocento Le Paulmier e Planchon, due farmacisti francesi pubblicano studi e formule sul famoso preparato, recuperando antichi e preziosi documenti e trattati farmaceutici. Ripartono da qui, in tempi moderni, Patrizia Catellani e Renzo Consoli, due studiosi dell'Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena, e ripercorrono l'intera storia. Il loro nuovo studio stabilisce quali elementi utilizzare tra le 35 formule recuperate, definendo così la ricetta ideale di “Orvietano” che oggi vi proponiamo in bottiglia nella sua originale e segreta formula per riscrivere una nuova storia da bere. Tutta d'un fiato o a piccole dosi. Per la raccolta di ogni erba officinale viene seguito scrupolosamente il giusto tempo balsamico, dopo l'essiccazione si procede ella selezione e miscelazione secondo la ricetta segreta. Segue una lunga macerazione a freddo in soluzione idroalcolica per estrarre i principi attivi delle erbe. Successivamente il tutto viene pressato a mano con piccoli torchi da banco e poi filtrato con un telo. Si trasferisce il tutto in piccole botti di legno per almeno un anno per dare il giusto tempo di decantazione e affinamento prima di essere imbottigliato.


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