29/07/2024
Ringraziamo Civiltà del bere, rivista italiana di vino e cultura gastronomica dal 1974, e il giornalista Bepi Pucciarelli, per il recente articolo in memoria di Marco Felluga, che ne ripercorre la vita e l'impegno nel lavoro.
L'editor scrive:
"Penultimo di sette fratelli era nato il 28 ottobre del 1927 a Grado, dove il papà Giovanni si era trasferito pochi anni prima da Isola d'Istria. Vignaioli da tre generazioni, i Felluga a Grado gestiranno un albergo e una rivendita dei loro vini, sfusi e in bottiglia. È sempre papà Giovanni che, intuite le potenzialità enoiche del territorio friulano, acquista i primi ettari di vigneto a Gradisca d'Isonzo: nasce la Giovanni Felluga, con Livio (il primogenito, classe 1914) e Marco al fianco del papà. Una società familiare che durerà fino al 1956, quando Livio si trasferirà a Cormòns (e in seguito punterà decisamente sui colli di Rosazzo), mentre Marco resterà a Gradisca.
Oltre alla scuola di papà Giovanni («Da lui ho appreso tutto, mi ha insegnato la passione, la tecnica, l'onestà, la dedizione al lavoro», ricorderà) Marco completa la formazione, già in età adulta, alla scuola di enologia più quotata ai tempi, quella di Conegliano. Negli anni '60 si innamora di una storica tenuta di Capriva del Friuli, già appartenuta ai Conti della Torre: nel 1967 la acquisisce e da allora i vini con l'etichetta Russiz Superiore, creatura prediletta di Marco, contribuiscono a fare del Collio un'eccellenza mondiale.
Del Consorzio Collio (fondato nel 1964, tra i primissimi in Italia) Marco diventerà anche presidente nel 1999 e manterrà la carica per due mandati. A lui - in collaborazione con il fotografo Oliviero Toscani - va il merito della provocatoria campagna "L'unico Bianco che amo" di cui si parla ancor oggi e che contribuì a diffondere, nei primissimi anni del secolo, l'immagine del Collio come patria di quelli che Slow Food avrebbe ribattezzato Superwhites. A testimonianza dell'importanza di quanto da lui fatto per la crescita del territorio, a Marco era stata conferita la presidenza onoraria del Consorzio."
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We thank Civiltà del Bere, Italian magazine of wine and gastronomic culture since 1974, and journalist Bepi Pucciarelli for the recent article in memory of Marco Felluga, which retraces his life and commitment to his work.
The editor writes:
'The second youngest of seven siblings, he was born on October 28, 1927, in Grado, where his father Giovanni had moved a few years earlier from Isola d'Istria. The Felluga family, winemakers for three generations, ran a hotel and a wine shop in Grado, selling their wines both in bulk and in bottles. It was Giovanni who, realizing the oenological potential of the Friulian territory, purchased the first hectares of vineyard in Gradisca d'Isonzo: thus, the Giovanni Felluga company was born, with Livio (the eldest son, born in 1914) and Marco working alongside their father. This family business lasted until 1956, when Livio moved to Cormòns (and later focused decisively on the hills of Rosazzo), while Marco stayed in Gradisca.
In addition to the education from his father Giovanni ('I learned everything from him; he taught me passion, technique, honesty, and dedication to work,' he would recall), Marco completed his training, already as an adult, at the most prestigious enology school of the time, in Conegliano. In the 1960s, he fell in love with a historic estate in Capriva del Friuli, which had previously belonged to the Counts della Torre: he acquired it in 1967, and since then, wines with the Russiz Superiore label, Marco's favored creation, have helped make Collio a world-renowned excellence.
Marco also became president of the Collio Consortium (founded in 1964, one of the first in Italy) in 1999 and held the position for two terms. He, along with photographer Oliviero Toscani, was credited with the provocative "L'unico Bianco che amo" (The only white I love) campaign, which is still talked about today and helped establish Collio's image as the homeland of what Slow Food would later dub Superwhites. As a testament to his contributions to the region's growth, Marco was awarded the honorary presidency of the Consortium.'